
“L’esilio . . . Far piangere così una mamma. E lo sgomento.
E togliere a tanti bambini la casa, i giochi, l’agiatezza.
L’esilio voleva dire questo.”
Da Colloquio con la Madre , quarto e ultimo episodio del film Kaos dei fratelli Taviani dedicato a Luigi Pirandello, tratto da “Novelle per un anno”. Le parole le pronuncia Regina Bianchi, interprete nel ruolo della madre di Pirandello che l’autore “incontra”, anni dopo la sua morte, nella casa di Girgenti (Agrigento) “sentendo” di essere chiamato da lei.
“Noi siamo quegli esiliati che non vanno via. Perché abbiamo il coraggio dell’esistenza. Anche se ci porterete via il posto che abbiamo chiamato casa solo da qualche mese. E lo sappiamo bene di essere dei “fuorilegge”. Ma l’illegalità è l’ultima scelta che ci resta pur di poter abitare spazi che siano “casa” nel senso più pieno del termine.
Sissignori, sì: abbiamo la corrente elettrica e non la paghiamo. È un vero e proprio scandalo. È un abuso, sì. Siamo degli abusivi e abusiamo di un bene primario, vitale che non paghiamo. Abbiamo anche l’acqua, pensate! E non la paghiamo. È poi anche vero che non abbiamo l’acqua calda e non abbiamo il metano per riscaldarci. E non abbiamo alcun’altra fonte d’energia per questo. E ovviamente meritiamo il vostro biasimo e la vostra riprovazione per ciò che non paghiamo. Ci fa piacere sapere che siete così solidali nel condannare questi nostri “atti incivili”; che siano da condannare queste nostre ruberie, certo. Anche se occupiamo degli appartamenti abbandonati e sfitti da oltre 10, forse 15 – dico 15 anni! – e mai messi a disposizione di nessuno, nonostante la crisi degli alloggi di cui si millanta da altrettanti anni.
Senza dire mai che l’equo canone non si applica più e che se ne sono avvantaggiati come sempre i grandi proprietari – ma anche i piccoli – e le finanziarie, le assicurazioni, gli istituti bancari che posseggono e gestiscono enormi, abnormi proprietà immobiliari, insieme al Clero. Dico al Vaticano. Storia vecchia. Storia nota. Storia tediosa, sì, ma vera, reale. Enormemente lucrosa. E schifosa!
Tutti questi padroni impongono regole che affamano intere fasce deboli della popola-zione con il caro-affitti che in città come Bologna e Modena, tanto per restare in queste terre d’Emilia, raggiungono prezzi che sono impossibili per gli stipendi di operai e manovali, figuriamoci di disoccupati e proletari. Ma anche per molte altre categorie di lavoratrici e lavoratori che fino ad alcuni anni fa avrebbero potuto permettersi – con sacrifici – quei canoni di locazione. Adesso non più.”
…….o…….
Queste parole le ho scritte qualche mese fa, il 30 Novembre 2015, dopo aver rivisto con gran piacere dopo tanti anni il dvd del film Kaos. E ripensando con altrettanto dispiacere a quel che era accaduto solo due mesi mezzo prima a Bologna. Il 12 Settembre 2015 ben 40 camionette di polizia, carabinieri, guardia di finanza, mezzi dei vigili del fuoco, della polizia municipale, ambulanze hanno circondato al mattino presto l’enorme, vecchio edificio in metallo e vetro dell’ex-Telecom alla Bolognina. Proprio di fronte al nuovo, prestigioso palazzone del Comune. Anch’esso fatto di metallo e vetro, lucido e scintillante. Due siti ove il contrasto era evidente. E stridente; non per una questione relativa alle diverse immagini, quanto per ciò che rappresentavano all’opposto: la lotta antagonista che fronteggia il palazzo del potere cittadino bolognese.
L’ex-Telecom era un luogo abbandonato da anni al degrado. L’ex-Telecom, dove avevano trovato “casa” per più di 10 mesi oltre 300 persone. Tanti bambini, donne, uomini e persone sole di tutte le età.
Uno spiegamento di forze dell’Ordine, all’Ordine dello Stato, abnorme e vigliacco contro famiglie inermi di tante diverse nazionalità, di migranti dall’Africa, dal Sud America, dall’Est Europa, Cinesi, Italiani. Più di 300 persone scacciate in un assedio durato quasi 20 ore. Solo alle 2 di notte del giorno dopo tutto era finito. Tristemente finito. La retorica di Stato che si trincera, si gonfia e s’imbrodola di una ingiusta, malvagia, nonché stupida LEGALITA’ prima, poi manda avanti il suo Esercito: avete un altro nome per 400 tra poliziotti, carabinieri, NOCS, ROS e finanzieri in tenuta antisommossa? Armati e corazzati come militari in guerra. Una miserevole guerra contro i più poveri, i più deboli. Allo Stato piace vincere facile. E un sarcasmo non proprio sottile alberga – credo proprio – anche all’interno di tutti quei caschi. Nelle teste di tutti quei “militi ignoti”. Intendo che nessuno si farà mai riconoscere ove dovesse far del male – e ne fecero e ne fanno! – poiché NESSUNO applicherà mai una mostrina col suo nome sulla divisa. Lo Stato benedice, lo Stato protegge i propri “uomini”.
Già,“uomini”. . . le virgolette sono un doveroso obbligo per chi scrive.
…….o…….
Nessuno in Via Bonacorsa in un’occupazione abitativa durata 340 giorni si era mai illuso che sarebbe durata per chissà quanto tempo ancora. Tutte le notti abbiamo fatto i nostri turni di guardia alla Palazzina. E non è stato facile, ma eravamo coscienti, consapevoli che sarebbe potuto succedere ogni notte, ogni mattina sul presto, addirittura prima dell’alba. Che sarebbero venuti a scacciarci via da lì. Che ci avrebbero “sgomberati”, sfrattati ancora una volta anche da queste case, dove abbiamo vissuto e costruito non senza fatiche, e con pochissimi, pochissimi soldi a disposizione il nostro “giorno per giorno” per una vita un po’ più sicura, un po’ più protetta, un po’ meno piena di preoccupazioni troppo grandi da sopportare per una famiglia sola, per un uomo o una donna rimasti da soli. Da soli, poiché l’Istituto dell’Assistenzialismo [perché chiamarlo “dell’Assistenza Sociale”se non sa assistere? In quanto all’attributo “sociale” poi, che dire?] e l’Assessorato alle Politiche Sociali NON hanno MAI VOLUTO DARE RISPOSTE DEGNE E BASTEVOLI DA ESSERE ADEGUATE ai bisogni ed alle necessità di tutti coloro che han deciso di diventare Occupanti. Ed è stata una SCELTA OBBLIGATA: non c’era ormai nient’altro a disposizione per tutti noi, se non la vita di strada, il dormire in un’automobile, lavarsi e accudire se stessi con mezzi di fortuna o d’ingegno. Inventarsi luoghi dove essere ospitati mettendo da parte – impossibile! – la vergogna, la tristezza, la rabbia. Una povertà troppo esposta come una ferita inguaribile. Non saper trovare più le parole per dare una speranza, un conforto ai propri figli e a se stessi. Non vedere più in questa bislacca, boriosa, cialtrona Società Italiana un solo segno di umanità. Né un barlume di decenza in un qualsiasi comportamento per chi ha la sfortuna di cadere nel baratro dell’indigenza.
Abbiamo tutti noi sperimentato sulla nostra pelle – sulla nostra pelle: e non voi sulla vostra – cosa vuol dire sentirsi addosso il silente fragore dell’indifferenza; come riconoscere ormai molto facilmente persone, anche amiche e amici, anche compagne e compagni, più dalle spalle girate che non dai loro volti, con occhi che guardano altrove e bocche che parlano d’altro.
…….o…….
Ora, per amor di chiarezza e di sincerità, c’è da dire che non abbiamo scoperto solo ora quanto può essere “cattiva la gente” e quanto sia il nostro“un mondo difficile” per tutti ! E per carità: non siamo né santi, né salvi anche noi dalle nostre meschinità. Si dice, tant’è, che chi vive male maledica gli altri più degli altri; e che l’invidia rode chi non ha ciò che gli altri hanno. Non veniamo mica giù dalla montagna con la piena! Né qui siamo capitati per caso. E non credo neanche che altrove, in un qualsiasi altrove in questo nostro Bel Paese – non più così bello invero – ci sarebbe capitata sorte migliore. E quel che è successo la mattina presto di Mercoledì 11 Maggio sarebbe successo comunque.
Però ci aspettavamo tutti – anche tanta gente del quartiere – un po’ di buon senso e di umanità: la fine della scuola magari, nel rispetto del percorso scolastico dei e delle nostre/i bimbe/i, ragazze/i. Ci saremmo aspettati che gli abboccamenti e i percorsi intrapresi e sollecitati da ambo le parti con l’Assessora alle Politiche Sociali, dr.ssa Giuliana Urbelli e con la Dirigente dei Servizi Sociali, dr.ssa Patrizia Guerra, avessero avuto possibilità concrete di arrivare ad esiti più positivi. Ci abbiamo sperato e creduto. E credo che lo sperassero e ci credessero anche loro. Ma di fronte alla forza brutale espressa dalla prefettura, dalla questura e dal sindaco tutto è saltato in aria.
E non ci si dica che quest’ultimo, costui, il sindaco, nulla ne sapesse, perché è stato, senza mai volerci conoscere, il primo nemico dichiarato di tutti gli Occupanti ed ha continuativamente ostacolato anche le stesse trattative. Se non nei fatti, di certo con i suoi atteggiamenti, discorsi ed esternazioni sempre meno conciliatori e sempre più avversativi in nome della “legalità”. Una legalità tutta di facciata. Una facciata più sporca di quanto e di come abbiamo trovato i cortili, le stanze, tutti gli interni della Palazzina di Via Bonacorsa. Per non parlare degli enormi spazi sprecati all’utilizzo pubblico della comunità modenese per anni e anni dell’Ex-Caserma dei carabinieri in Sant’Eufemia. UNA LEGALITA’ MESCHINA; PIU’ PUZZOLENTE e INFETTA DEGLI STRATI DI GUANO e DEI CADAVERI di PICCIONI e TOPI CHE RIPOSAVANO IN PACE Lì DA TANTI ANNI.
Abbiamo disturbato con la nostra presenza il sonno dei giusti? E dei piccioni? Spostato i loro nidi? Sì, per far posto alle culle e ai letti dei nostri bambini. Ripulito, scrostato, verniciato di bianco, nettato e pulito per dare spazio alla DIGNITA’ di tanta gente che crediamo proprio ne meritasse e ne meriti a piene mani.
Per tutti loro, per tutti noi, ci sono le lapidarie – come pietre scagliate cioè – ri-sposte piccate e nervose del Capo. Del nostro sindaco al 30% (noi ce ne ricordiamo: il 70% dei Modenesi aventi diritto non è andata a votare quel giorno dei primi di Giugno del 2014).
E ballottando, ballottando il nostro P.D.Man, l’Uomo Nuovo d’estrazione renziana ha… vinto. Oops! Che caso strano!
Come non parlare di Giancarlo er Bullo? Come non individuare per le sue proprie dichiarazioni il mandante spirituale di questi sgomberi? Come non vedere nel sindaco Muzzarelli Giancarlo un nemico aprioristico di poveri, indigenti, gente senza speranze? E certo poi, di chi occupa illegalmente case abbandonate!
Ma la legittimità dov’è? Dove sono le soluzioni per tutte queste persone?
C’è voluto il lavoro sociale dello Sportello LaRage aperto presso l’Ex-Deposito Carcerario – anch’esso uno spazio occupato dal Centro Sociale Guernica – per offrire finalmente una qualche possibilità di soluzione abitativa a centinaia e centinaia di donne, uomini, bambini, famiglie che in più di anno e mezzo ad esso si sono rivolte ogni Giovedì pomeriggio per comprendere come il disagio e la povertà siano mal gestiti dalle Istituzioni di questa e di altre città della Provincia di Modena.
Che non credano di sentirsi indenni da responsabilità e coinvolgimento tutti gli eletti della Giunta Comunale! Comprese le opposizioni opportuniste. Tutti bravi burattini durante il Consiglio Comunale di due Mercoledì fa. Aderenti alla linea del Podestà, come alle comode poltroncine dalle quali si sono alzati solo per genuflettersi meglio. Nessun sobbalzo su quelle sedie quando Giancarlo er Bullo ha detto che “la Polizia ha agito con delicatezza con gli Occupanti!” Ma chi lo informa? O meglio, da chi gli piace prendere informazioni? O gli piace contar favole e frottole?
Al prono Consiglio Comunale le può raccontare. A tutti noi e ai giornalisti e alla gente presente e testimone, NO!
…….o…….
Noi c’eravamo in Palazzina, caro il nostro Legal-Major. I nostri amici di guardia ci hanno subito avvertiti della presenza di decine di agenti di polizia e carabinieri. Tutti in tenuta antisommossa. Li ho visti dagli spiragli degli scuri della finestra e l’irruzione è avvenuta alle 7:03. Proprio dopo che hanno divelto uno degli scuri e sono entrati dalla finestra della mia camera al piano rialzato. E a mano armata in una delle stanze. Cosa che ha impressionato Hamid, uno dei miei compagni Occupanti con cui condividevo l’appartamento. Io ero già per le scale con altri Occupanti per avvertire tutti. Ho sentito forti rumori al portone d’ingresso dove venivano tolte e scagliate via l’asse di ferro più piccola e quella molto più lunga e resistente d’alluminio. E lì sono entrati tutti a decine gli “uomini neri”, caschi in testa e manganelli in mano. Poi sono corsi su ai piani superiori, urlando contro chiunque. Hanno fatto irruzione facilmente in tutte le stanze che non potevano essere chiuse meglio; ma sempre con brutalità e con urla violente, spaventose specialmente per ragazzi e bambini.
Gli adulti già sapevano che sarebbe stato così. Ma l’azione violenta di abbattere con una sola pedata d’anfibio, con un calcio di piatto una porta a vetri che è andata in 1000 pezzi da parte del più stupido degli agenti-guerrieri, gigante barbuto, gli ha fatto beccare le mie proteste con un “Ma che cazzo fai? Ci sono tre bambini piccoli qua dentro!” tralascio la bestemmia che m’è uscita “C’è una famiglia di 5 persone con 3 bambini!” Mi strattonavano per allontanarmi. Mi hanno lasciato quando hanno realizzato che potevo calmare la rabbia del padre che ha iniziato ad andare in giuste escandescenze per quella brutale e stupida aggressione. Ha urlato tutta la sua rabbia contro quello scempio appena avvenuto nella loro camera da letto. Ma nella stanza di quella famiglia era tutto un pianto di spavento e di disperazione; del figlio di 6 anni e della bimba di 8, come della madre che cercava di proteggerli in qualche modo, tenendo in braccio il più piccolo di soli 5 mesi. Erano tutti ancora nei loro pigiami e il papà aveva richiuso la porta della stanza solo per potersi vestire, per mettersi almeno un pantalone. Per tentare di difendere la loro riservatezza e la sua famiglia. Tutto inutile. E la loro bimba si è fatta male ad un piede con un pezzo di vetro.
Man mano poi ci hanno fatto scendere giù per raccoglierci nell’atrio dell’ingresso, sede di tante assemblee in Palazzina. Ci han fatto lasciare i nostri cellulari tutti sul fondo di una delle carrozzine dei bimbi.
Li ho visti scendere ad uno ad uno i miei amici, compagni Occupanti e a gruppi familiari man mano che riuscivano a “stanarci” dalle “nostre case” di un intero bellissimo anno d’Occupazione.
Li abbiamo accolti con sguardi e carezze, cercando di farci coraggio per quest’avventura che finiva così. Poi quando hanno deciso di aprire con l’intervento del fabbro e di un flessibile l’unica porta blindata funzionante e chiusa dall’interno, gli ho detto di lasciar stare, ché avrei convinto io una mamma Marocchina coi suoi 3 bambini e una coppia Ghanese con la loro bambina ad aprire. Sono stati tutti ragionevoli e così sono usciti tutti. Sarebbe stata un’inutile resistenza che avrebbe solo terrorizzato i 4 piccoli coi rumori assordanti degli attrezzi da scasso.
Ognuno degli Occupanti ha da raccontare tanti pezzi di questa storia. Il malore di Aziz, le contrazioni provocate ad Hayat dalla tensione, le lacrime di Blessy e di Adem, la fermezza di Fatna e delle altre mamme di tenersi vicino Adem fino a quando non fosse arrivato uno dei suoi genitori, usciti presto al mattino con la loro bimba più piccola per andare al lavoro. E stampata sul volto di ognuno di noi l’offesa. L’offesa per tutto quello che stavamo subendo; per un trattamento indegno da subire per le nostre persone. Per persone come noi, come anche per tutti quelli che si sono trovati senza un’altra scelta proprio a causa del
I cori coraggiosissimi delle nostre ragazze Selma, Wassila, Besma, Hind, Ouissal, Mariam che hanno intonato tutti gli slogan delle nostre manifestazioni, trascinando tutti i maschietti più piccoli nei cori. Hanno dato più loro coraggio a noi di quanto noi adulti potessimo darne a loro! Grandi tutte le nostre piccole ragazze! Quanta coscienza hanno dimostrato in tutti questi mesi! Quanta consapevolezza!
E poi le estenuanti trattative, le arrabbiature con quelli della DIGOS e le assistenti sociali. Un numero spropositato di guardie e guardiani. Poche e frammentarie le notizie di quel che era successo all’Ex-Caserma, in piazza Sant’Eufemia. E poi le aggressioni contro compagni e compagne dello Sportello e del Guernica a suon di manganellate vicino all’ingresso dei servizi sociali in piazza Redecocca.
E quelle 2 manganellate maledette del più stronzo degli agenti di polizia sulla testa e sull’occhio della 15enne Francesca. Date col manico, la parte più dura, con l’evidente, certa volontà di farle del male. E gliene ha fatto parecchio.
Il viso di Francesca deturpato dal sangue e dalle ferite e la faccia arcigna, piena di odio e di sadica cattiveria del poliziotto che a viso scoperto (almeno così è stato riconosciuto e sarà perseguito in termini di legge) gliel’ha così massacrato, sono i due volti appunto di quel che è successo lo scorso 11 Maggio. La solita forza brutale dello Stato e di questa maledetta città, contro gli inermi che cercavano di entrare in un posto Pubblico per star vicino a coloro che hanno difeso per un anno intero. Anche un giornalista lì presente è stato strattonato dentro l’atrio di quei Pubblici Uffici da un agente della Municipale. Stavolta però quest’ultimo pare che non abbia accusato il giornalista di avergli lussato una spalla . . .
Intanto la questura ha detto che ben 3 Agenti sono rimasti feriti nei tafferugli. Uhè, raga, se picchiano 1 ragazza di 15 anni è ovvio che si facciano male almeno in 3. Che ne parliamo a fare? Vero, signor prefetto? Vero signor questore?
…….o…….
Allora, ripeto: nessun sobbalzo su quelle sedie quando Giancarlo er Bullo ha detto che “la Polizia ha agito con estrema delicatezza con gli Occupanti!”
Allora, ripeto: come non parlare del Bullismo delle Istituzioni? Se a tutto questo aggiungiamo gli approcci delle assistenti sociali che sono sempre colpevolisti, oltre che indagatori? e ne è stata data ampia prova anche durante i primi colloqui ad Aprile con gli Occupanti dell’Ex-Caserma, dove per prima cosa hanno iniziato a mettere in dubbio le storie di vita narrate da loro stessi. Incredibile, ma vero!
La precauzione di 3 rappresentanti dello Sportello Sociale LaRage di accompagnare i 3 gruppi di Occupanti in questo percorso è stata fatta con giusta ragione. Infatti dopo le loro rimostranze hanno cambiato – finalmente – modi e toni.
È purtroppo una prassi ormai nota: ascoltano sì, ma sempre con l’intenzione primaria di non credere, di mettere in dubbio e smentire quel che gli si riferisce. E anche di fronte all’evidenza di disagi, bisogni, reali difficoltà, malattie comprovate da certificati medici, la prima prassi è quella di prender tempo. E far perder tempo. Questa è la prima delle tattiche d’allontanamento: metter in difficoltà, porre ostacoli e distanze tra chi chiede aiuto e chi è preposto per valutare le possibilità di darlo. Tutte queste tattiche sottendono un’intera strategia che ha i suoi effetti e intenti nel risparmio degli“scarsi fondi”di cui dispongono gli stessi Servizi Sociali.
Non tanto scarsi se si preferisce ospitare intere famiglie e single delle due Occupazioni in alberghi, studentati e in affittacamere, dove il costo al mese per ogni persona parte da ben 360.00 € al mese. Questa è la cifra che la Comunità paga per gli ospitati – non solo per gli Occupanti adesso – presso gli affittacamere i cui titolari da sempre lucrano sulla povertà. Offrendo quasi sempre e solo stanze con 2 o 3 letti. Stanze e luoghi davvero non curati, incomplete del necessario. In troppi casi squallide e maleodoranti. Ma accessoriate di costi aggiuntivi per normali servizi di lavanderia (+2 € x ogni lavaggio), come anche per un collegamento internet (+10 € una tantum).
Mi piacerebbe sapere per quali motivi di convenienza i Comuni si rivolgono sempre e da tanti anni ai proprietari di queste strutture. Che non sono strutture “sanitarie” in senso stretto, ma in qualche senso lo diventano, se ospitano quotidianamente centinaia di persone seguite dai servizi sociali per più motivi di disagio: alcoolismo, tossicodipendenza, malattie, vecchiaia o altro ancora.
E una lunga inchiesta a parte meriterebbero le tante Cooperative Sociali, sia di stampo laico che confessionale che mettono a disposizione stanze e/o appartamenti con le medesime condizioni economiche. Ma queste indagini dovrebbero essere portate avanti da giornalisti coraggiosi, possibilmente “liberi” da legami e obblighi reverenziali coi Poteri. Non dovrebbe essere così rischioso, né difficile.
Intanto, proviamo ad immaginare il costo per persona e poi per famiglia negli alberghi? Possiamo ipotizzare un costo minimo di circa 35/45,00 € al giorno per persona? Mi sembra purtroppo possibile che i costi minimi siano questi.
Ma sapete perché da anni e anni è questa la scelta di quasi tutte le Amministrazioni? Perché così i soldi spesi ritornano parzialmente con le tasse delle strutture ospitanti nelle casse comunali o della provincia. E perché in questo modo hanno le pezze d’appoggio che giustificano le spese sostenute a bilancio. E poi anche perché tutti i soggetti, le imprese coinvolte hanno enormi vantaggi economici. Ne va di mezzo il loro stesso sostentamento. Non è da ieri che sappiamo quanto lucroso, vantaggioso sia il “disagio sociale” e la gestione della povertà e della vecchiaia.
Ora, a parte il fatto di aver trovato una sistemazione d’urgenza e d’emergenza per buona parte e non per tutti gli Occupanti e solo per un mese, fino al 10 Giugno 2016, dopo cosa farà il Comune? Ad oggi ancora non si sa dove andranno a vivere questi Cittadini, questi Abitanti di Modena.
In molti ci chiediamo: a parte le tante case-famiglia e strutture protette gestite dai Servizi Sociali, come sia mai possibile che in una città come Modena non si sia mai avuto, costruito o riadattato un solo importante stabile per le emergenze abitative? Perché non si siano mai ristrutturati e messi a disposizione di varie socialità sofferenti a causa della perdita del lavoro e della crisi che ci attanaglia ormai da 8 anni, con un minimo di previsione, edifici, palazzi e palazzine come quella al civico 20 di Via Bonacorsa appunto o dell’Ex-Caserma dei carabinieri? per dare, costituire almeno un primo luogo per le Emergenze Abitative, gestito proprio dal Comune e dai Servizi Sociali stessi magari. Per dare finalmente una nuova percezione della sensibilità degli Istituti preposti al compito dell’ospitalità di famiglie e persone sole ormai indigenti. Si dirà: “Ma c’è già: è Porta Aperta!” Sì… l’avete mai visto? Ci siete mai andati? Che sensazione di disagio avete sentito? Di oppressione, d’inadeguatezza e magari di paura avete provato? Sì, c’è Porta Aperta nel posto più lontano possibile dalla città. Difficile da raggiungere, senza neanche una fermata d’autobus dedicata. Ma puoi arrivare vicino agli ingressi del cimitero e poi fartela a piedi. Insomma, Porta Aperta non può bastare.
Se le soluzioni abitative date alle famiglie e a singole persone dopo aver subìto lo sfratto, quasi sempre per morosità incolpevole data dalla perdita del reddito necessario e per gli alti costi della vita, sono solo queste, ebbene sono proprio indegne d’una “vita normale”. Sono inaccettabili! e da rifiutare e respingere a gran voce!
Invece respingono noi: noi poveri che non vogliamo elemosine, che non vogliamo alcuna carità, non vogliamo nessun privilegio, nessun sostegno senza un progetto di reintroduzione in pieno nel mondo del lavoro e del reddito.
E della vita. Dentro il tessuto sociale cittadino ci siamo già e ci resteremo. Ci siamo, con tutti i nostri bravi figli e figlie nelle scuole pubbliche che li hanno subito accettati: loro sì, a differenza del Comune. Ci siamo, col nostro lavoro, comunque sia possibile ottenerlo, questo sì entro i limiti della LEGALITA’, nonostante il sistema dei voucher, dell’interinale e del precariato. Ci siamo! Avendo costituito una NUOVA SOCIALITA’ dal BASSO che abbiamo realizzato rimboccandoci le maniche; sostenendoci l’un l’altro senza vergognarci delle nostre condizioni di persone in difficoltà. Abbiamo creduto e crediamo in una nuova progettualità di vita che non sia mai più umiliante e che sia sempre nel segno di una vicinanza e di una solidarietà che fa parte di noi.
Sabato 14 maggio questo abbiamo voluto dimostrare, dopo gli sgomberi di tre giorni prima. E credo che ci siamo riusciti proprio con una grande aggregazione di persone e con la manifestazione non autorizzata di Piazza Matteotti. E poi con il corteo che in seguito prefetto e questore hanno dovuto autorizzare per la grande partecipazione di tanta, troppa gente. Di tanta gente “comune” e “normale” che ha odiato la militarizzazione della città e l’assedio del quartiere Sant’Eufemia-Carteria per cacciar via i circa 75 Occupanti.
Per punire l’anomalia dello Sportello Sociale LaRage, nato dal laboratorio politico S.CO.S.S.A. e “emanazione del pericolosissimo” Centro Sociale Guernica.
Per chiudere spazi autogestiti, occupati, sì, proprio perché vuoti, abbandonati e inutilizzati dal Comune e dallo Stato. Dove la palestra Antifa preparava e scaldava i muscoli di ragazze e ragazze, giovani e meno giovani in vista della rivoluzione a venire. E dove l’Ex-Deposito Carcerario oltre ad ospitare musicisti e artisti di dubbia estrazione politica – leggi: forse proprio di estrema sinistra! musico più, musico meno – e cene a base di Carbonare (hai presente i famosi “Moti”?) e pasta col tonno, pizze varie e gnocco fritto con la mortadella! Lambrusco, spritz e varie mar-che di birra. Anche succhi di frutta, per buona pace del mio pancino malato.
Puro terrorismo e alcoolismo gastronomico! Non parliamo poi del Mercatino Biologico del Lunedì! delle Assemblee Pubbliche, delle rassegne di cinema. E il tè del Venerdì alle 17 di Aziz e Mustafà, con i dolci preparati dalle signore dell’Occupazione. Tutte attività tendenti all’insurrezione popolare e alla conquista del potere politico. Ma “loro”, le Autorità, hanno detto di aver rinvenuto un sacco pieno di bulloni evidentemente, incontestabilmente, comprovatamente lì pronti per essere scagliati addosso alle forze dell’ordine dagli antagonisti del centro sociale quando fossero intervenuti per . . . riportare la legalità in quartiere e in città.
…….o…….
Ho già detto dell’accoglienza dello Sportello Sociale LaRage a disposizione del disagio abitativo di comunitari e non. Ma credo che purtroppo si sia passato irresponsabilmente il segno dall’Estate del 2015 e poi con l’inizio della scuola a Settembre quando presero forma mirabolanti laboratori per bambini sulla “città immaginata” e il progetto di sostegno ai bambini e ragazzi dell’Occupazione di Via Bonacorsa – ma anche del vicinato – con lo scriteriato Dopo-Scuola e vari Laboratori d’arte – grafica, visiva, pittorica, eccetera.
Col cinema per ragazzi e col carnevale, si raggiunse da ultimo il colmo! Anzi, si tracimò! Sì, si dilagò Ineluttabilmente!
Tutta colpa di quelle “irresponsabili, facinorose, cattive ragazze del Guernica”! Sono state loro, quelle Stregacce Perniciose ad ammaliare bimbe e bimbi, a preparar loro anche merende e feste di compleanno. E col pretesto e la pretesa di farle e farli studiare per farle e farli tutte e tutti andar meglio a scuola! Che cosa terribile e orrenda! E il guaio peggiore tra gli altri è CHE CI SONO RIUSCITE!!! Grazie, Ragazze! Siete state GRANDI! Lo siete e lo sarete sempre! L’affetto e i sorrisi di tutte e tutti i “Piccoli Occupanti” è tutto per voi! Come anche quello dei loro genitori. E non dimentico che anche molti tra i ragazzi si sono prestati e dati da fare spesso in queste attività extra-scolastiche. Anche a loro va il mio grazie e il giusto riconoscimento.
E allora, parlando di scuola e di dopo-scuola, come non parlare del Bullismo delle Istituzioni? Dato che è stato più che ovvio che tutto, tutto questo dovesse essere interrotto dal “nostro-sindaco-non-più-nostro-sindaco”? Nemico dichiarato di tutti gli Occupanti.
Ma anche qui abbiamo individuato una prima colpevole: responsabile di questo felice scempio fanciullesco è stata Paola. E poiché ha più di 15 anni, la si potrebbe manganellare: lei a scuola ci va, caro Giancarlo, ma solo per insegnare. Ergo . . .
È stata lei, insegnante e artista, a proporre il primo, bellissimo laboratorio-gioco che, come ho scritto prima, ebbe luogo già durante la scorsa Estate.
Si cercò in questo modo di supplire alla mancanza di una vera vacanza per le nostre e nostri “Piccole e Piccoli Occupanti”: soldi per andare al mare non ce n’erano in famiglia. Né ce ne saranno questa prossima Estate.
E, tornando con questa che non è più una battuta alla normale durezza della realtà di chi non può molto, di chi non può fare di più, mi preme darvi l’informazione che qui segue.
Sappiate che in Via Bonacorsa non ci hanno solo identificati – gli adulti sopra i 18 anni – ma SCHEDATI e FOTOGRAFATI IMPONENDOCI di DARE le NOSTRE IMPRONTE DIGITALI e di ambo le mani intere. Con tanto di presenza della Sezione Scientifica della polizia con le loro apparecchiature “sofisticate”. Sono stati tutti Ineccepibili. Eccellenti. Perfetti.
Peccato che nessuno di noi sia un criminale, né un terrorista, né un “normale” delinquente.
Perché, mi domando, perché siamo stati schedati?
Ma perché questa è l’Era del Partito-Nazione. Ma perché il New-PDeal, il “nuovo sistema renzian-muzzarelliano”, con tutto l’Apparato, con Diavolino Alfano – novello Scelba degli anni ’10 del 21° secolo – richiede e impone il rispetto della legalità!
Già . . . la legalità.
Già. Peccato che noi si parlava di DIRITTI. Di diritti legittimi per ogni essere uma-no; del diritto ad Abitare; di diritti Umani e di Vita, oltre che Civili.
Chissà cosa ne pensano a L’Aja e a Strasburgo dei “nostri bulli”?
Per Giancarlo er Bullo, per il povero sindaco-sceriffo, date le sue evidenti diffi-coltà di relazione e interazione coi Cittadini di Modena, gli potremmo mandare a casa o in ufficio un assistente sociale. No?! o uno psichiatra adeguato alla statura intellettiva della sua personalità disturbata. No?! Ce n’è di bravini in giro. Metti che guarisce!
O che almeno ce lo metta a riposo. Definitivamente. Così potrà dedicarsi a fare shopping dai suoi elettori preferiti. Mal che vada lo useranno come vetrinista. Non è lui quello esperto in Manichini?
Grazie a chiunque abbia letto. Ciao a tutt*.
Mauri.
Posted on 8 giugno 2016
0