Gli spari di Castelfranco nella cloaca della stampa modenese.

Posted on 25 settembre 2018

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Non è la prima volta che ci occupiamo direttamente della stampa cittadina e il sospetto è che non sarà nemmeno l’ultima. Forse occorrerà ripeterlo fino allo sfinimento ma crediamo che il problema della qualità dell’informazione in Italia e in città chiaramente, sia un problema politico di non-secondaria rilevanza.

Che la stampa di Modena fosse per la stragrande maggioranza (o forse sarebbe meglio dire per la sua quasi totalità) una stampa reazionaria, attenta esclusivamente a strizzare l’occhio alla borghesia più retrograda, sterile e repressiva era chiaro già da tempo. Bastava leggerli i giornali, oltre a sfogliarli, per rendersene conto. Tuttavia, perché questo potesse essere in qualche modo reso sensibilmente palpabile occorreva un evento fuori dal raggio della solita cronaca, quella tutta degrado e insicurezza.  È stato sufficiente infatti uscire per un’attimo dai radar tarati sulle “emergenzialità” cittadine – quelle che quotidianamente servono benzina ai fascio-razzisti nostrani che fomentano paure e che costruiscono consenso su di esse – per osservare da vicino i gas di scarico che fuoriescono del motore a scoppio dell’informazione modenese.

 

Come ti nascondo una notizia!

Fate caso ai titoli: “Ragazzo” ferito – spara ad un “passante”. Difficile individuare, a un primo sguardo, la possibilità concreta che si sia trattato di un raid a sfondo razziale. Eppure basta leggere gli articoli e la dinamica dell’accaduto diventa subito palese, ma tra le righe, non esplicitamente. Se si bada bene poi alle parole “ragazzo” e “passante” nei titoli si svela facilmente l’inganno, la vigliaccheria e il sotterfugio. Nel 99% dei casi di cronaca, su quegli stessi giornali, la parola utilizzata sarebbe stata “pakistano” ma in questo caso no, in questo caso al “pakistano” gli hanno sparato da una macchina con una pistola ad aria compressa. Il “pakistano” è vittima, e dunque esce dal titolo per un più “neutrale” ragazzo o passante, che stravolge completamente la percezione dell’accaduto da parte del lettore.

Non si tratta di un errore, si tratta di un effetto mimetizzante cercato e voluto. Ma non solo. Il “pakistano” è vittima di un fenomeno che, negli ultimi mesi, in Italia, dalla tentata strage di Macerata in poi, si è fatto sempre più intenso e preoccupante, cioè le aggressioni razziste nei confronti degli immigrati (in giallo nella mappa solo le aggressioni con arma da fuoco o con pistole ad aria compressa).

 

Un fenomeno che non può essere sfuggito in alcun modo al cronista di turno – alcuni episodi hanno avuto anche rilevanza nazionale, come nel caso dell’atleta azzurra Daisy Osakue, altri un po’ meno: si è sparato, sempre con una pistola ad aria compressa addirittura a una bambina di 15 mesi solo perché rom – ma non vi è ombra di dubbio che il “clima” e il “contesto” non fossero in qualche modo sconosciuti ai pennivendoli di turno. È un’eventualità impossibile.

 

Dunque la scelta di “depistare” o di “depotenziare” l’accaduto è stata una scelta consapevole e “di redazione”. Eppure fin da subito era abbastanza chiaro cosa fosse successo a Castelfranco e la matrice razziale dell’aggressione.

modenatoday

Se per Modenatoday (qua sopra) non sprechiamo nemmeno una virgola, si qualificano da soli, per la Gazzetta di Modena il discorso è diverso. Più subdolo. La notizia, in primo piano nelle teche delle edicole, è già stampata sul giornale cartaceo del lunedì. Mentre on-line il pezzo a doppia firma Arbizzi-Dondi (caso strano) apre con l’“agguato inquietante che lascia aperti tanti scenari interpretativi”, sul cartaceo il tono è completamente differente. Naturalmente non c’è alcun accenno alla possibilità della discriminazione razziale (ricordiamo sempre la cronaca di questi ultimi mesi) ma si fa leva esclusivamente sulla paura e sul senso di insicurezza. Precisamente quella stessa benzina ideale per i fascio-razzisti nostrani che fomentano paure e che costruiscono consenso su di esse.

Il pezzo a dirla tutta non è nemmeno male, peccato che rifletta in tutto e per tutto quello che è il riflesso incondizionato del giornalismo modenese, totalmente incapace anche solo di immaginare di poter oltrepassare la sbarra del Giano Bifronte degrado – insicurezza.

cartaceoL’articolo in questione, a firma Valentina Corsini, si chiude in questo modo: “In questo paese non si sta più tranquilli né fuori né dentro casa. Ci vorrebbero più controlli e forze dell’ordine: c’è troppa gentaglia che gira indisturbata. La vedo sempre con delle sportine di birra vagare per il centro e spacciare. E adesso anche la sparatoria. Vivo qui da quando avevo 15 anni ed io e mio marito ci siamo trasferiti dalla provincia di Salerno: abbiamo lavorato entrambi come degli asini da soma. Ci si dovrebbe sciacquare la bocca quando si parla di noi “marocchini” perché dal sud almeno siamo venuti al nord per lavorare. Ora invece ho paura: in questi anni ho visto cambiare Castelfranco solo in peggio.” È la voce del popolo a parlare, quella di una periferia completamente abbandonata a sé stessa, reale quanto reale è il bersaglio dei proiettili sparati da quell’auto in corsa. Ma è sempre la stessa voce a parlare, quell’altra non viene mai accesa, interpretata, raccontata eppure appartiene al popolo anche quella.

A distanza di un giorno, a rimettere in una cornice più consona l’intera vicenda devono pensarci a “casa base”, alla redazione bolognese di la Repubblica (stesso gruppo: L’Espresso), solo in seguito anche a Modena i titoli dei pezzi on-line cominceranno a cambiare.

repubblica

Ma era tutto estremamente chiaro fin da subito. Bastava aver voglia di annusare e non di depistare.

Certo è che se confezioni quotidianamente un giornale come se fossi Belpietro non è che dopodomani ti alzi e ti ritrovi vestito alla Tiziano Terzani!

Magari dopo questo episodio si farà più attenzione o si utilizzerà un metodo diverso. Magari no. Chissà poi che un domani Grazioli (che si dice addirittura vicino a Potere al Popolo) non si svegli e ci non allieti con un bell’editoriale sugli spari di Castelfranco un po’ come fece tempo fa e piuttosto spiccatamente sui non-fatti di Vignola?

Permetteteci però di dubitarne…

 

Alcune delle puntate precedenti:

https://militantduquotidien.wordpress.com/2016/12/16/arrivano-i-fasci-e-la-gazzetta-che-fa-dissoda-il-terreno/

https://militantduquotidien.wordpress.com/2017/03/19/a-modena-ce-un-problema-di-percezione/

https://militantduquotidien.wordpress.com/2017/08/14/e-la-stampa-modenese-bellezza-una-merda-vera-e-propria/

https://militantduquotidien.wordpress.com/2017/10/01/modena-come-si-allevano-i-neofascismi-nel-cortile-di-casa-chiedere-a-stampa-e-tv/