Da Bruxelles a Bologna. Analisi-collage di un voto. Seconda parte.

Posted on 3 marzo 2013

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“Produzione senza possesso, azione senza imposizione di sé, sviluppo senza predominio.”
Lao-Tzu

 

[Segue da] Lontani, molto lontani e non già da una prospettiva liberatoria ma anche solo da un’eventualità emancipativa. Mentre le nubi si addensano sulle nostre istituzioni nel paniere italico si mangia a rabbia e a malinconia. Un salto nel buio. Il passato? Quale? Ciechi in una stiva. Le paratie non reggono. La messa elettorale serviva acqua, ne siamo usciti ubriachi.

Grillomascherato

Non vi è dubbio alcuno che il vero trionfatore di questa tornata di elezioni sia stato Grillo con annesso il suo (di proprietà) Movimento 5 stelle. La palude elettorale ha prodotto, come degno contraltare, una palude istituzionale. Tutto è liquido. Nuovi mostri politici si addensano al largo del Parlamento: governissimi Pd+Pdl, un nuovo Monti, Pd+M5s. Chi può dirlo? Quest’ultimo è senz’altro il più improbabile anche se, da quaggiù, sembra che le speranze affollino proprio quel filo sottilissimo che, di giorno in giorno, viene tessuto tra queste due sponde politiche. Se gli entusiasmi applaudono un parlamento in gran parte rinnovato e da sottolineare, giovanissimo occorrerebbe anche vigilare sulle fanfare di quanti credono che sia sufficiente una piccola trasformazione delle consuetudini politiche per gridare alla primavera. E’ scontata l’estraneità del M5S alla politica recente ma per quanto potrà durare una raccolta del consenso fondata sulla novità, su una presunta “purezza” che già a Parma puzza di inceneritore? Se il M5S sarà quell'”agente” di metamorfosi della sfera pubblica toccherà attendere le sirene spiegate alla retorica del “bene del paese” per scoprirlo. E queste non tarderanno certo ad arrivare.

Intanto, mentre a Berlino i laender (regioni) hanno bloccato il Fiscal Compact, da noi si pratica lo “stallo” istituzionale, pericolo nella misura in cui, un’indebolimento del ruolo delle istituzioni rispetto ai mercati non farà altro che il gioco di questi ultimi come a voler sottolineare l’impossibilità di una governance tutta politico-istituzionale della crisi. Ciò che si confonde è la crisi della governance politica con quella della governance economico-finanziaria. L’élite burocratica europea (Germania in testa) avrebbe di gran lunga preferito la formazione di un governo stabile Bersani-Monti, in  grado di legittimare, sul piano del formalismo democratico, il golpe bianco del novembre 2011 che aveva portato alla costituzione del governo tecnico Monti-Napolitano-Draghi. Se ciò non è avvenuto, non significa che l’attuale governance finanziaria sia entrata in crisi. Anzi. Come abbiamo scritto più volte, la speculazione finanziaria, al centro dei processi di accumulazione e valorizzazione del capitalismo contemporaneo, può solo gioire a fronte dell’instabilità politica, in quanto i suoi margini di manovra si moltiplicano, consentendo di ampliare il terreno della stessa attività speculativa. (Qui)

L’ondata di promesse che, dentro la crisi, è  riuscito a catalizzare il M5S andrebbe analizzata più con la psicologia che con una fantomatica scienza politica anche se, quello che ci preme sottolineare, è il dislivello che intercorre tra le aspettative e le realtà “sul campo”, così mentre le piazze si riempiono per lo show di un comico-politico, le lotte subiscono una repressione sistematica: sgomberi di centri sociali, centinaia di denunce in tutta Italia, multe per “blocchi stradali” con richieste da 2.500 a 10.000 Euro, perfino processi alle carriole risalenti al terremoto dell’Aquila e senza contare la fila di Ministeri (Presidenza del Consiglio, Ministero degli Esteri, Difesa, Economia) che si sono costituiti parte civile contro i NoTav, nel silenzio più tombale.

I mezzi cambiano il fine”. Ovvero: se tu hai un obiettivo, il fatto di raggiungerlo con la pratica X o con la pratica Y, cambia la natura di quel che raggiungi, modifica l’obiettivo stesso. Gli elettori di sinistra del M5S guardano il programma e dicono: lì ci sono tante proposte di sinistra, idee sulle quali Grillo è riuscito a ottenere un grande consenso, idee che il Movimento potrà realizzare, a differenza dei cosiddetti partiti di sinistra, che certe idee non le contemplano neppure, o magari le contemplano, ma prendono percentuali da prefisso telefonico che non permettono di realizzarle. Ebbene, io credo che un movimento nel quale (per dirne una) l’onestà delle persone si misura con la fedina penale pulita, non possa ottenere risultati “di sinistra”. Magari raggiungerà obiettivi omonimi a quelli che dovrebbe proporsi un partito di sinistra, ma nella sostanza si tratterà di tutt’altro. In Val Susa sanno bene che fare opposizione a una Grande Opera come la TAV significa beccarsi delle denunce, delle condanne. Per i 5 stelle un condannato non può essere eletto. Come fanno due soggetti così a convergere *davvero* sullo “stesso” obiettivo?

Puzza di bruciato. Emilio non era convinto.

Emilio Lussu

Emilio Lussu

A far precipitare ogni accenno alla speranza, quella che circonda le novità e i sorrisi contagiosi sono bastati pochi dati e alcune letture. Il collettivo Wu Ming, ad esempio, ha scritto pagine importanti riguardo al moVimento, tipo: Il M5S ha difeso il sistema e Perché “tifiamo rivolta” nel M5S. Ricordando la celebre frase di Gramsci circa gli Arditi del Popolo “Ce li siamo fatti nemici gratis” sarebbe saggio evitare lo stesso errore, anche se gli Arditi oggi sono giusto quelli del voto. Le criticità però non possono essere silenziate e i sussurri riguardo al passato, alla nostra storia, all’Italia, sono troppo rilevanti. Intensi quelli di Umberto Eco nel suo saggio sull’Ur-fascismo che consigliamo a occhi aperti. (Qui in Pdf fascismo_eterno)

“Mussolini non aveva nessuna filosofia: aveva solo una retorica. Cominciò come ateo militante, per poi firmare il concordato con la Chiesa e simpatizzare coi vescovi che benedivano i gagliardetti fascisti. Nei suoi primi anni anticlericali, secondo una plausibile leggenda, chiese una volta a Dio di fulminarlo sul posto, per provare la sua esistenza. Dio era evidentemente distratto. In anni successivi, nei suoi discorsi Mussolini citava sempre il nome di Dio e non disdegnava di farsi chiamare “l’uomo della Provvidenza”.
L’immagine incoerente che ho descritto non era dovuta a tolleranza: era un esempio di sgangheratezza politica e ideologica. Ma era una “sgangheratezza ordinata”, una confusione strutturata. Il fascismo era filosoficamente scardinato, ma dal punto di vista emotivo era fermamente incernierato ad alcuni archetipi.”

L’indomani delle elezioni, sul blog di Grillo, è apparso un post dal titoloGli italiani non votano mai a caso, nel quale si divideva la società italiana in due blocchi sociali: A e B. Nel primo venivano indicati gli strati sociali più “sfigati”: giovani, precari, disoccupati e laureati senza prospettive, nel secondo erano elencate quelle categorie rientranti nella famigerata “casta”, insensibili al cambiamento e tutte atte a mantenere uno status quo. Tutto bene se non fosse che alle premesse seguiva quest’affermazione: Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile. Campanelli d’allarme e primi dubbi perché, al di là della “sgangheratezza ordinata” del messaggio, la stragrande maggioranza dei pensionati italiani (il 77%) è gente che “piglia” meno di 1000 euro al mese mentre i dipendenti pubblici non sono tutti manager di municipalizzate o “fancazzisti” impenitenti. Proporre di sostituire con un reddito di cittadinanza (argomento serio) tali voci di spesa è esempio lampante di “confusione strutturata”, di “sincretismo organizzato“.

L’Ur-Fascismo scaturisce dalla frustrazione individuale o sociale. Il che spiega perché una delle caratteristiche tipiche dei fascismi storici è stato l’appello alle classi medie frustrate, a disagio per qualche crisi economica o umiliazione politica, spaventate dalla pressione dei gruppi sociali subalterni.[…]Questa nuova cultura doveva essere sincretistica. “Sincretismo” non è solo, come indicano i dizionari, la combinazione di forme diverse di credenze o pratiche. Una simile combinazione deve tollerare le contraddizioni. Tutti i messaggi originali contengono un germe di saggezza e quando sembrano dire cose diverse o incompatibili è solo perché tutti alludono, allegoricamente, a qualche verità primitiva.

Nessuna forma di sincretismo può accettare la critica. Lo spirito critico opera distinzioni e distinguere è un segno di avanzamento del sapere, il disaccordo è tradimento. Ovviamente le differenze sono d’obbligo e nessuno qui grida al fascismo in “senso stretto” nei riguardi del M5S, per quanto ci risulta nessun militante o attivista ha mai girato con le spranghe ammazzando qualche senzatetto o “punendo” qualche immigrato, episodi di cui l’Italia è già ricca! Inoltre vi è un discreto scarto tra i simpatizzanti e il loro leader (il popolo che ha votato alle primarie grilline è minuscolo, paragonabile forse a una sola provincia a confronto delle primarie democratiche e a dispetto dei risultati elettorali) dunque i bersagli delle frustrazioni “a sinistra” andrebbero canalizzati più sui suoi “funzionamenti” che sulle persone. In questo senso sarebbe fantastico se le preoccupazioni riguardassero esclusivamente il Movimento 5 stelle.

“In questa prospettiva, il nostro tempo non è altro che il tentativo – implacabile e metodico – di colmare la scissione che divide il popolo, eliminando radicalmente il popolo degli esclusi. Questo tentativo accomuna, secondo modalità e orizzonti diversi, destra e sinistra, paesi capitalisti e paesi socialisti, uniti nel progetto – in ultima analisi vano, ma che si è parzialmente realizzato in tutti i paesi industrializzati – di produrre un popolo uno e indiviso. L’ossessione dello sviluppo è così efficace nel nostro tempo, perchè coincide col progetto biopolitico di produrre un popolo senza frattura” Agamben, Homo Sacer.

ATTENZIONE A QUESTE "ARMI"!!

ATTENZIONE A QUESTE “ARMI”!!

Una lotta ad “armi” pari.

In questo paese il dissenso sta cominciando a diventare un “lusso”. Denunce, multe e manganelli sono all’ordine del giorno, dai lacrimogeni lanciati giù dai ministeri si precipita fino ai reati di “compartecipazione psichica”. Il genocidio (se qualcuno avesse problemi con questo termine si domandi con quale frequenza Amnesty International sta lanciando i suoi appelli nei confronti dell’Europa) che si sta compiendo grazie alle politiche d’austerità è riservato allo strato più debole della popolazione. Immigrati, disoccupati, precari, disabili, malati, pensionati, studenti e giovanissimi stanno trasformandosi in esseri “inutili” per il sistema, invisibili quanto fastidiosi, da cancellare. Chi ancora ha il coraggio di battersi e sono pochi (molto meglio mettere un x su un foglio pre-compilato con una matita copiativa) viene sistematicamente annientato dal sistema, perseguitato dalla giustizia penale o amministrativa ed etichettato come cattivo, anarco-insurrezionalista-jihadista. Scomodi, nella misura in cui la farsa si fa tragedia.

acap_bologna

Poco tempo fa, in quel di Bologna, appena prima delle elezioni, è andata in scena una polemica su un paio di uova. Il dispositivo retorico attivato da un quotidiano di caratura nazionale quale Repubblica ha dell’orwelliano. Parliamo del VII reparto mobile di Bologna lo stesso che massacrò impunemente l’ultrà del Brescia Paolo Scaroni e che nel 2011 fece “saltare” 4 denti a Martina una ragazza indifesa durane una manifestazione studentesca. Lo sfogo video del poliziotto in prima pagina diventò di colpo il “corpo della nazione” il lavoratore malpagato, poco tutelato offeso nella dignità da un’orda di ragazzini “fancazzisti” che “bigiavano” quella stessa la scuola che stavano difendendo in piazza come se, in Italia, negli ultimi anni, la celere non avesse dimostrato di essere un corpo di polizia omicida. Il giorno dopo il voto, nella stessa Bologna, l’agente condannato per l’uccisione di Aldrovandi usciva dall’aula tra gli applausi dei colleghi.

Polizia bulgara abbassa gli scudi in solidarietà.

Polizia bulgara abbassa gli scudi in solidarietà.

In Grecia (anche senza stare a tirare in ballo i mercenari della Blackwater già tristemente noti in Afghanistan e in Iraq) Alba Dorata presenta già i propri gruppi operativi all’interno della polizia di Atene.

Qua da noi le prime urgenze parlamentari dovrebbero gridare alla necessità di una legge che almeno introducesse il reato di tortura nel nostro codice penale. Il M5S forse non è il nostro unico problema anche se il suo “funzionamento” non lascia di certo ben sperare.

“Gli italiani non sono parricidi; sono fratricidi. Romolo e Remo, Ferruccio e Maramaldo, Mussolini e i socialisti, Badoglio e Graziani. “Combatteremo – fece stampare quest’ultimo in un suo manifesto – fratelli contro fratelli”. Favorito, non determinato, dalle circostanze, fu un grido del cuore, il grido di uno che – diventato chiaro a se stesso – finalmente si sfoghi. Gli italiani sono l’unico popolo, credo, che abbiano, alla base della loro storia, o della loro leggenda, un fratricidio. Ed è solo col parricidio, con l’uccisione del vecchio, che si inizia una rivoluzione.
Gli italiani vogliono darsi al padre, ed avere da lui, in cambio, il permesso di uccidere gli altri fratelli”

Umberto Saba, Scorciatoie e raccontini, 1946